Il rubino: caratteristiche, provenienza e curiosità


Il rubino è la varietà più preziosa del corindone, un minerale costituito, nella maggior parte, di ossido di alluminio e cromo. La sua caratteristica più distintiva è il suo colore rosso, che in verità, in base alla percentuale di ossido di cromo, può variare dal rosa pallido all'arancio al rosso al porpora. Infatti, il corindone puro è incolore, ed è la presenza del cromo a conferirgli una colorazione rossa, ragione per cui i rubini sono così ricercati.
C'è molto da scoprire sui rubini, sui tipi esistenti, sulle sue caratteristiche e sulle sue origini: scopriamo insieme tutto questo nel corso di questo articolo.

Le caratteristiche del rubino

Il rubino è una delle pietre preziose più dure, non tutti sanno infatti che la sua durezza è di poco inferiore a quella del diamante.
Proprio per questa caratteristica è resistente all'azione degli agenti abrasivi esterni, riesce a conservare la sua brillantezza ed è molto resistente agli urti. Questo rende i rubini molto adatti alla realizzazione di anelli, perchè rispetto ad altre pietre preziose non subiscono danni in caso di urti e graffi.

Un'altra interessante caratteristica del rubino è che spesso presentano delle inclusioni cristalline aghiformi, raramente infatti si trovano rubini perfettamente puri. Queste inclusioni cristalline in realtà valorizzano la gemma perchè ne accentuano la brillantezza e la luminosità del colore. Inoltre, proprio la presenza di queste piccole inclusioni permettono di riconoscere più facilmente l'autenticità di un rubino.

Il colore e il taglio dei rubini

I rubini vengono estratti soprattutto da venature presenti in depositi di rocce metamorfiche. Il colore, come abbiamo già accennati, è lagato alla percentuale di cromo presente nella gemma, e variare dal rosa all'arancione al rosso, addirittura variando talvolta verso il blu quando vi è anche una presenza di ferro. I rubini più apprezzati, infatti, sono quelli provenienti dalla Birmania, di una particolare tinta di rosso chiamato "sangue di piccione", ovvero un rosso caratterizzato da leggere sfumature azzurre.
La presenza del cromo provoca anche un fenomeno di fluorescenza, caratteristica utilizzata per verificare l'autenticità di un rubino.

Per quanto riguarda i tagli utilizzati per i rubini, quello più utilizzato e considerato migliore è il cabochon. Questo tipo di taglio infatti permette di valorizzare il colore e la rifrazione della luce, oltre al fenomeno caratteristico di alcuni rubini dell'asterismo, ovvero i riflessi stellati che si possono ammirare in alcune di queste pietre preziose.
 

La caratura dei rubini

Il cromo,  che durante il processo di formazione si infiltra nella gemma, provoca imperfezioni e crepe nel rubino. Per questo, nessun rubino di qualità riesce a raggiungere dimensioni molto elevate, che solitamente raggiunge al massimo i 3 carati di peso.

Tipologie di rubino e provenienza

La qualità e il conseguente valore dei rubini sono legati a colore, trasparenza, peso e taglio della pietra. Il colore rosso scuro intenso, privo di imperfezioni, è il più ricercato.

I rubini dei giacimenti del Myanmar sono tra i più ricercati per il loro colore rosso acceso con delle sfumature di blu e per la loro incredibile luminosità, che si può ammirare quando la pietra viene esposta ad un qualunque tipo di luce. Si tratta di gemme molto rare che vengono estratte da un luogo il cui nome è circondato da un alone di leggenda, ovvero la Valle dei Rubini. Anche se tuttora il Myanmar è il Paese in cui i rubini vengono maggiormente estratti, si riporta che i suoi giacimenti si stanno esaurendo.

Dalla Thailandia provengono rubini molto belli e apprezzati che presentano sfumatore di marrone. Le inclusioni presenti talvolta creano effetti di rifrazione particolari a occhio di gatto o a stella, in base a come le cristallizzazioni sono disposte all'interno della pietra. I riflessi a stella rendono i rubini molto preziosi e vengono valorizzati con il taglio a cabochon, che permette di creare l'illusione che la stella scorra sulla superficie della pietra.
Altri giacimenti di rubini si trovano in Vietnam, da cui provengono pietre dalle lievi sfumature azzurre, ma anche in India, in Pakistan e in Cambogia.

Negli ultimi decenni anche in Africa sono stati scoperti alcuni giacimenti da cui vengono estratti rubini, molto apprezzati per la colorazione molto accesa e per le grosse dimensioni.

Per quanto riguarda l'Europa, l’unico punto di riferimento è la Macedonia, in cui si estraggono pietre dal particolare rosso lampone.

Rarità del rubino e falsi

I rubini sono estremamente rari e preziosi, soprattutto per la difficiltà di trovare pietre pure e di qualità in natura.
Proprio per questo, in passato era frequente incappare nella vendita di pietre false, scambiate per rubini per il loro colore rosso, come topazi o zirconi rossi. Oggi le tecniche più moderne di analisi permettono di riconoscere un rubino autentico. Con i sistemi sofisticati a disposizione al giorno d'oggi è possibile infatti osservare in profondità le pietre.

I rubini sintetici

I primi rubini sintetici furono realizzati già nei primi del Novecento.
I rubini sintetici vengono prodotti utilizzando il processo di Verneuil. Queste pietre hanno caratteristiche così simili alle pietre autentiche che solo un esperto riesce a distinguerle. Presentano una forma regolare e un colore limpido e brillante, e vengono utilizzati per realizzare accessori e gioielli di bigiotteria.

Curiosità sui rubini

-Il rubino più caro al mondo proviene dalla Birmania ed è stato venduto nel 2015 a un’asta Sotheby’s alla cifra record di 30 milioni di dollari.

-A parità di tutte le altre caratteristiche, un rubino di grandi dimensioni è più raro (e quindi ha più valore) di un diamante delle stesse dimensioni.

-Il più grande rubino adatto al taglio, del peso di 400 ct, fu trovato in Myanmar e diviso in tre parti.

-Gli antichi greci pensavano che queste pietre lasciate al sole si trasformassero in carboni ardenti, assorbendo la potenza del sole. Non a caso, è la pietra del mese di luglio.

-Uno dei gioielli più amati dalla Regina Elisabetta era la tiara burmese, realizzata con 96 rubini, donati nel 1947 dal popolo birmano per il matrimonio con Filippo. Perché proprio 96? Perchè si riteneva essere il numero delle possibili malattie che possono colpire il corpo umano.


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